Henri Cartier-Bresson, vita, opere e rivelazioni illuminanti, dall’ultima retrospettiva di Clément Chéroux a Pen, Brush and Camera

La sorprendente retrospettiva di Henri Cartier-Bresson arrivata al Museo dell’Ara Pacis di Roma, con 350 stampe vintage d’epoca, accompagnate da un centinaio di articoli di quotidiani, ritagli di giornali, riviste, libri manoscritti, film, dipinti e disegni, si è appena conclusa con un’affluenza record di visitatori.

Una lettura corposa e illuminante, per certi versi inedita, dello sguardo all’avanguardia che ha reso la fotografia uno stile di vita, fondato la prestigiosa agenzia Magnum Photos nel 1947, con Robert Capa, David Seymour, George Rodger, William Vandivert, e le basi del fotogiornalismo, fatto la resistenza, insieme ad arte, politica, sociologia visuale e viaggi in quasi tutto il mondo.

Una retrospettiva a cura di Clément Chéroux che ha fornito nuove sfumature del talento eclettico di uno dei più grandi fotografi del XX secolo, ad un decennio dalla scomparsa, con le quali rileggerne la preziosa eredità custodita da documentari come “Pen, Brush and Camera”.

Un’intervista di Patricia Wheatley all’Henri Cartier-Bresson giunto al 90° compleanno, realizzata mentre questo si trovava a Londra per presiedere quattro diverse retrospettive organizzate per festeggiarlo. Intervista trasformata in un viaggio di 50 minuti nella lunga e straordinaria vita del fotografo notoriamente timido, prodotto per la BBC nel 1998.

Un eccellente documentario su un novantennio di vita e opere, scoperte e infatuazioni, dalla formazione del pittore con André Lhote al lavoro nel cinema con Jean Renoir, dall’infatuazione per il Surrealismo alla decisione di dedicare gli ultimi decenni della sua vita al disegno, dopo la celebre carriera del fotoreporter giramondo.

Una passione, un lavoro, uno stile di vita, nato dalla visione della fotografia Three Boys at Lake Tanganyika, scattata dell’ungherese Martin Munkácsi nel 1929 (o 1930) a tre ragazzi che corrono incontro alla spuma delle onde del Lago Tanganica in Africa centrale, cogliendone un senso di spontaneità ed entusiasmo che hanno spinto Henri Cartier-Bresson alla fotografia.

Il film arricchito da rari filmati di Cartier-Bresson al lavoro, interviste, come quella della fotografa Magnum Eve Arnold, che riprende la conversazione tra Patricia Wheatley e il fotografo, da Londra al suo appartamento parigino, affacciato sui giardini delle Tuileries, schiusa da uno scambio di battute e la risposta, a dir poco ‘illuminante’ sussurrata da Bresson all’orecchio della sua intervistatrice, curiosa di sapere cosa dice alla gente che lo chiama il più grande fotografo del 20° secolo.

Patricia Wheatley: «What do you say to people who call you the greatest photographer of the 20th century?».

Henri Cartier-Bresson: «I said ‘bullshit’».

Uno dei film che consiglio di riguardare per approfondire la conoscenza di Henri Cartier-Bresson, insieme a:

Henri Cartier-Bresson “L’amour tout court” (”Just Plain Love” 2001) diviso in 5 parti

Henri Cartier-Bresson che spiega la realizzazione di alcune delle sue immagini più famose, svelando qualche segreto del suo modo di inquadrare e catturare il celebre “momento decisivo”.

Il cortometraggio “A Day In The Life” – Henri Cartier-Bresson, realizzato come un omaggio tessuto da testi e biografia al ritmo con il sottofondo musicale

Henri Cartier-Bresson: dalla retrospettiva a Pen, Brush and Camera é stato pubblicato su Clickblog.it alle 09:54 di sabato 31 gennaio 2015.