Castelnuovo Fotografia 2017: LANDSCAPE – PORTRAIT | Andrea Corsi Photography

Castelnuovo Fotografia 2017: LANDSCAPE – PORTRAIT

Posted by PhotoAdmin on 08 Set 2017 / 0 Comment

Castelnuovo Fotografia 2017 LANDSCAPE PORTRAIT

© Alessandra Calò, Les inconnues
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Il processo creativo di Alessandra Calò trae la sua linfa vitale da un meccanismo di stratificazione visuale. Oggi le immagini si sormontano, si accavallano, vengono usate per creare altri paesaggi, paesaggi per lo più astratti che appartengono ad un mondo interiore. Paesaggi, definiamoli, “dell’inconscio”. Senza voler essere retorici noi siamo figli dei nostri tempi ed è così anche per il nostro patrimonio visuale che ora come ora si anima di immagini che perdono molto spesso la loro valenza originaria di “immagine in sé” per rivolgersi invece ad un’indagine meta-fotografica. I volti de Les Inconnues, non sono più volti fruibili per le loro fattezze e connotati o per la loro oggettivazione di “photo trouvée”, né tanto meno i vetrini da laboratorio sono più utilizzati con il loro originario scopo scientifico, come anche le immagini di fiori e degli altri oggetti che si vanno a sormontare perdono il loro valore di rappresent

© Elton Gllava, Dove i corvi avrebbero cantato
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“Se non ci fosse stato il cromo qui, i corvi avrebbero cantato” mi dice un vecchio sul bordo di una strada di periferia. Parlava di Bulqizë, della sua gente, delle miniere e dei minatori. Bulqizë è una piccola città nel nord est dell’Albania, conosciuta come la città dei minatori. In seguito alla scoperta del cromo nel 1939 e, alla conseguente apertura della prima miniera nel 1948, Bulqizë è diventata il terzo produttore mondiale di questo minerale. La prima volta che andai a Bulqizë era il 2013. Non sapevo nulla di questo paese. Il mio primo impatto con il suo peculiare universo fu spiazzante. Un colpo d’occhio che sembrava riportarmi indietro nel tempo. I palazzi grigi che costeggiavano la via principale, disegnavano i contorni di una città ferma nel tempo, cristallizzata nelle atmosfere dell’Albania della mia adolescenza. Tanti bar, qualche negozio di alimentari, sale scommesse, sale biliardi, un paio di “ristora

© Diego Mayon, Grey grass
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Grey Grass è un progetto fotografico focalizzato sulla trasformazione della campagna est milanese. Nel corso di quattro anni precedenti a Expo Milano 2015 circa mille ettari di terreni fertili sono stati spazzati via per far spazio a due nuove autostrade, coinvolgendo molte aziende agricole e minacciandone la sopravvivenza.

© Flavia Tronti, Personale al completo
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“Personale al completo” è il progetto fotografico più lungo a cui io mi sia mai dedicata e questo credo dipenda sia dal carico emotivo ed affettivo che esso comporta sia per la complessità del tema. Un tema, quello della crisi dell’industria ceramica del distretto di Civita Castellana, che ho cercato, come figlia, nipote e sorella di operai, di rendere nel modo più semplice e diretto possibile nel rispetto delle vite delle persone riprese e della memoria che gli impianti ancora attivi portano con sé. Ho iniziato nel 2008 e terminato lo scorso maggio prima di trasferirmi in Piemonte. Ho fotografato in bianco e nero perché è così che penso il mondo e soprattutto quello della fabbrica carico di luce, corpi, gesso bianco e sorrisi sospettosi. “Personale al completo” è quello che ho trovato scritto su un cancello di una delle fabbriche che ho visitato e non poteva che essere il titolo. Negli ultimi anni molte industrie hanno ces

© FLORE, Lointains souvenirs, Courtesy galery Sit Down
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Nella sua serie Ricordi lontani, FLORE evoca l’adolescenza della scrittrice Marguerite Duras in Indocina. “FLORE con l’inquadratura delle sue fotografie, con quella materia bianca che ne fuoriesce laggiù, dove persino il sole è bianco, dove tutto è immerso in una sorta di foschia che sfuma i contorni, riesce non tanto a illustrare i testi di Marguerite Duras ma, piuttosto, a seguirne i passi. Non come una aficionada, semmai come una sorta di fantasma, di clone allucinatorio capace di risvegliare nel nostro intimo più profondo il perché è il come le parole di Marguerite Duras, lette, rilette, ripetute, reiterate, riescano ancora a incantare il nostro immaginario, dandoci furiosamente voglia, a nostra volta, di compiere questo viaggio nel paese dei morti viventi. Una presenza assenza.”

© Germano Serafini, “Sicilia”, 4100K Collection
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4100K rappresenta in gradi Kelvin la temperatura della luce della luna. Le immagine derivano dallo studio dei colori che naturalmente vengono impressionati sul supporto fotografico a luce lunare, ovvero la luce riflessa del sole. L’intera collezione è stata realizzata in pellicola in medio formato. Il lavoro iniziato nel 2014 comprende una selezione di fotografie scattate nella Riserva Naturale del Furlo nelle Marche e in Sicilia nel territorio netino. La luce della luna riesce ad impressionare la pellicola con dominanti di colore simili alla luce a cavallo dell’alba e del tramonto. Celesti e rosa, con l’aggiunta del blu profondo del cielo e delle luci calde artificiali nella profondità dei paesaggi. Il mondo appare sospeso, illuminato dal grande faro della Luna, ogni singolo oggetto appare nelle sue verità. Sembra un grande “set cinematografico” allestito sul mondo. Le ombre riescono ad essere nette, tutto appare com

© Gianfilippo De Rossi, Urban landscapes
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Urban Landscape è un progetto che porto avanti da circa 2 anni.  Nasce dall’esigenza di trovare nuovi stimoli nella composizione e nell’architettura della città di Los Angeles. Nella megalopoli di oltre 10 milioni di persone la sfida è trovare spazi minimali colorati, assenti dalla presenza umana. È una costante ricerca del posto giusto al momento giusto. Lo scopo è concentrarsi sul tono, la geometria, l’armonia di linee e colori. Tutte le foto portano il nome dell’iniziale dei colori che le costituiscono. Le fotografie sono digitali ma vi è poca post produzione al di fuori di piccoli aggiustamenti in contrasto e saturazione. Cerco infatti sempre di trovare spazi illuminati dalla luce diretta del sole, che creino se possibile ombre nette, taglienti. Per non distogliere lo sguardo dalle linee e dai colori, spesso fotografo in giorni assenti da nuvole, dove il cielo può’ fondersi nella composizione come un’unica macchia di

© Gianluca Abblasio, Io sono Dario
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A chi sono mai piaciuti i concorsi canori? Certamente non a me. E poi figurarsi sono anche timido. Cantare, quello sì, che mi ha sempre interessato. Si dice che alcuni nascono rockstar e mi sa tanto che io sono uno di quelli. Perché quando sono sul mio palco, nel mondo che io scelgo, dove non ci sono giudici al di fuori di me stesso, la timidezza non mi appartiene. Non sono ancora una rockstar, ma io già la faccio la rockstar e il mio palcoscenico si chiama Roma est. Che ne volete sapere voi se non avete mai visto la Casilina, Centocelle o il Pigneto? Che ne volete sapere voi quando esci da un locale e il sole sorge e la luna se na va a letto insieme a me. Dico: ma non sarò mica una rockstar? E soprattutto che ne volete sapere di quanto mi adorano lungo l’arco di una notte. E poi mi vorreste dire che non sono nato per stare sopra un palco? C’è gente che mi adora, c’è gente che non può fare a meno di me, c’è gente che brama le mie la

© Maurice Weiss, dalla serie Ciel de plomb. Cantiere, Reichstag. Berlino, Germania, 1995
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Raramente il volto di una città è mutato tanto velocemente quanto il centro di Berlino negli anni Novanta: tra Potsdamer Platz e il palazzo del Reichstag, dove per decenni la cosiddetta “Striscia della morte” del Muro aveva bloccato tutto, si ergono innumerevoli le gru destinate alla costruzione di grattacieli e del complesso di edifici del Governo Federale. Comincia così la trasformazione della città: anche gli scheletri di cemento armato sono destinati a scomparire sotto facciate ultramoderne e tutti gli spazi lasciati liberi nella giovane capitale divisa vengono riempiti e occupati. Le polaroid di Maurice Weiss illustrano questo fugace processo, proponendo il ritratto di una città tra due epoche.

© Piero Cavagna e Giulio Malfer, Touch
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Touch è un progetto ideato da Piero Cavagna e Giulio Malfer, realizzato insieme agli studenti di tre scuole in Trentino – Alto Adige/Südtirol: l’Istituto Grafico Pavoniani di Trento, il Liceo Artistico Giovanni Pascoli di Bolzano e l’Istituto Professionale per il Legno di Tesero. L’intero progetto, patrocinato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, che comprende un libro, una serie di schede didattiche ed esposizioni, vuole esplorare la possibilità di organizzare una strategia innovativa, sistematica e di comunità per l’educazione e la formazione, ricercando, attraverso il coinvolgimento emotivo, una partecipazione attiva e profonda dei giovani.  Touch ha l’obiettivo di stimolare la conoscenza favorendo un processo di ricostruzione di una comunità culturale capace di confrontarsi con il futuro in maniera responsabile e consapevole. La mostra è composta da una serie di ritratti di ragazzi che hanno partecipato al

© Rocco Venezia, Athene Noctua, Nekyia
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Nekyia è un concetto usato dal filosofo C.G.Jung nei primi del 20th sec. come parte della sua Psicologia Analitica, per lui la Nekyia rappresentava “l’introversione della mente cosciente negli strati più profondi della psiche incosciente”. Più semplicemente esso era un viaggio per il ripristino dell’intera psiche dell’individuo. Ma la parola Nekyia deriva dall’antico rituale Greco con il quale i fantasmi dei defunti venivano invocati ed interrogati sul futuro. Diversi siti in Grecia e Italia erano dedicati a queste pratiche ma l’unico oracolo della “morte” esistente nell’antica Grecia è ritenuto essere situato sulle sponde dell’Acheronte, un fiume che nasce e sfocia nell’attuale regione dell’Epiro nella Grecia nord- occidentale. I grandi poemi classici: Odissea, Eneide e più tardi l’Inferno della Divina Commedia, sottolineano il forte rapporto fra la mitologia della morte ed il fiume, usando l’Acheronte come i

© Sandro Battaglia, Geometrie di confine
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Le immagini proposte sono parte di una ricerca sul paesaggio e i suoi limiti sia naturali sia architettonici. Muovendomi negli spazi aperti e nelle architetture urbane, ho cercato di cogliere nelle mie inquadrature, quell’aspetto del territorio che tiene conto e fa emergere come fondamentale il tema del margine, del confine, che non si dispone semplicemente fra gli spazi, ma modifica il territorio, manipola il paesaggio e favorisce una lettura dinamica delle forme paesaggistiche.

© Simona Filippini, Via Prenestina, Rome LOVE, 2001
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Nella mostra, a cura di Chiara Capodici, una selezione di polaroid originali scattate a partire dal 1998 a Roma. La città, attraverso lo sguardo dell’autrice, si mostra di volta in volta rumorosamente nordafricana, desolatamente americana, misteriosamente orientale. Un viaggio antropologico ed intimo insieme, le cui immagini sono raccolte nel libro omonimo pubblicato nel 2014 con un racconto della scrittrice Igiaba Scego.

© Vincenzo Monticelli Uggiò, Cave Canem, Urbano, 2009-2016
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Per l’autore nulla è scontato; ogni circostanza viene analizzata nella sua qualità e funzione per poter essere collocata all’interno di un nuovo assetto di valori, indissolubilmente legati a una concezione intellettuale. Fotografare diviene, quindi, un progetto di vita in cui la capacità di selezionare le immagini si associa alla lucida autocensura nella scelta del materiale da elevare a opera. L’aspirazione all’esattezza chirurgica nella fase iniziale di preparazione coinvolge anche le modalità di stampa e incorniciatura e mostra l’intensità di un’espressione concettuale definita e studiata nei minimi particolari. Committente di se stesso, l’artista si sposta nella città come un flậneur baudelairiano e il pensiero diventa azione attraverso lo scatto. Lo strumento meccanico riordina la proliferazione di impulsi visivi e di stimoli mentali in un diario metropolitano che è il simbolo rivoluzionario del

Il piccolo borgo medievale di Castelnuovo di Porto alle porte di Roma, è pronto ad ospitate la V edizione di Castelnuovo Fotografia, con tre giornate di Festival ricche di mostre, letture portfolio, laboratori, incontri, performance, proiezioni video e presentazioni editoriali.

Continuando ad offrire spazio e attenzione a giovani fotografi, nuovi linguaggi visuali ed editoria indipendente, la nuova edizione ‘landscape portrait’, dedicata all’esplorazione e rappresentazione di variabili e coordinate paesaggistiche, è pronta a spaziare dalla sperimentazione visuale stratificata e suggestiva di spazio e memoria di Alessandra Calò, alla performance da “Rock Star” sospesa tra le ombre e le luci del bianco e nero di Gianluca Abblasio, passando per l’Albania di Elton Gllava, scura come il cromo delle sue miniere e i corvi che non cantano, insieme a tutti i progetti in mostra, da sbirciare nella gallery fotografica, insieme ad una breve sintassi.

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Castelnuovo Fotografia 2017: LANDSCAPE – PORTRAIT pubblicato su Clickblog.it 08 settembre 2017 17:18.

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